Breve storia dello scoutismo in Italia
Sulle orme del fondatore, l’inglese Robert Baden Powell, che all’inizio del ‘900 pose i fondamenti del metodo (formazione del “buon cittadino”, vita all’aperto, avventura e vita di gruppo), lo scautismo iniziò la sua attività in Italia nel 1912, con la nascita del C.N.G.E.I. (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani). continua
Nel 1916 fu fondata l’A.S.C.I., Associazione Scout Cattolici Italiani, sciolta dal governo fascista nel 1928, e ricostituita nel 1944.
Nel 1943 fu fondata l’A.G.I., l’Associazione Guide Italiane.
Nel maggio del 1974 fu fondata L’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (A.G.E.S.C.I.), risultato della fusione di A.S.C.I. e A.G.I.
L’A.G.E.S.C.I., insieme al C.N.G.E.I. appartiene alla Federazione Italiana dello Scautismo (F.I.S.), al W.O.S.M. (World Organization of the Scout Movement) e alla W.A.G.G.G.S. (World Association of Girl Guides and Girl Scouts).
L’A.G.E.S.C.I. si riconosce in un “patto associativo”, che fonde la scelta educativa scout con la scelta politica di partecipazione e democrazia, e la scelta cristiana di educare alla fede. Fondamenti del motodo scout sono l’autoeducazione (valorizzazione del percorso di progressione personale di ogni individuo), la coeducazione (la crescita comune nel rispetto della diversità di genere ma nel superamento di ruoli precostituiti), l’educazione ambientale e la vita all’aperto, l’educazione alla partecipazione e alla responsabilità (politica, pace, mondialità), l’educazione alla fede (attraverso momenti di catechesi strutturata o legata alle attività scout).
Oggi l’A.G.E.S.C.I. conta circa 200.000 associati tra cui quasi 30.000 capi-educatori.
STRUTTURA BASE DELL’ASSOCIAZIONE
La struttura di base dell’associazione è il “Gruppo”: ogni gruppo ha sede presso una parrocchia, un oratorio, un quartiere e ha un suo territorio di riferimento che in generale coincide con il comune o il quartiere cittadino. Il gruppo è guidato da una “comunità capi”, vera responsabile dell’applicazione del metodo scout nel suo ambito, attraverso un “progetto educativo”.
Il gruppo è generalmente formato da varie “Unità”, che possono essere monosessuate o miste.
Il “Branco” è il gruppo dei bambini e bambine tra 8 e 11 anni, i “lupetti”. Il metodo si basa sulla valorizzazione del gioco in un’ambientazione fantastica basata sui “Libri della Giungla” di R. Kipling. Altri gruppi (femminili) si basano su una diversa ambientazione (il “bosco”) e sono i “cerchi” di “coccinelle”.
Il “Reparto” è il gruppo dei ragazzi tra 12 e 16 anni (monosessuato o misto): gli esploratori e le guide. Scoperta, avventura, responsabilità sono le tappe del cammino dei ragazzi in questa età, riuniti in “squadriglie” (5-7 ragazzi) dotate di una certa autonomia.
Tra i 16 e i 17 anni i ragazzi sono invitati a far parte di un particolare gruppo, detto “Noviziato” che li prepara a scelte più impegnative di continuazione del cammino scout.
Il “Clan” (“Fuoco” se l’unità e solo femminile) è composto da ragazzi (rover) e ragazze (scolte) tra i 17 e i 21 anni, che vivono una esperienza forte di comunità, di strada, di spiritualità e di servizio (come aiuto capi in associazione o in altri ambiti di volontariato).
Attorno ai 21 anni, esaurita l’esperienza di clan, si chiede la “Partenza”: un impegno a trasferire, nell’impegno civile, sociale, ecclesiale, i valori appresi nel corso dell’esperienza scout. Una delle possibili esperienze di servizio è l’impegno come capo educatore in associazione, all’interno di una “Comunità capi”.
L’A.G.E.S.C.I. propone ai suoi capi un cammino formativo in varie tappe, e occasioni di formazione permanente e aggiornamento attraverso le sue strutture centrali e periferiche. Chi completa questo cammino formativo viene nominato “capo scout” con un “brevetto” riconosciuto anche a livello internazionale dalla Federazione Internazionale dello scautismo (F.I.S.).
1955 Il primo Clan cittadino di Bergamo
Il 1° maggio 1955 nel Monastero di Pontida viene fondato il primo Clan cittadino. Si chiama della “Brasca”, ha per motto “parla poc e pica tat” e per patrono S. Martino di Tours. continua
FONDAMENTI
“Lo scoutismo è un valore cristiano teologicamente fondato anche come spiritualità. Noi vogliamo preservare dalla corruzione questo fermento cristiano e favorire la sua esigenza di invadere tutte le fasi dell’avventura del ragazzo e in particolare quella del giovane” (Don Gino Cortesi – R.S. Servire – n. ¾, 1954).
Il roverismo è l’ultimo periodo di formazione secondo il metodo educativo scout e deve anche tendere a creare nel ragazzo un’aristocrazia spirituale. Nel mondo attuale imperano tre mentalità:
a) per la prima si ritengono sufficienti alla salvezza un’adesione esterna al cristianesimo, poche pratiche di pietà che automaticamente, per la misericordia di Dio, fruttano il premio. La vita cristiana è concepita non come un dramma, ma come un “orologio” (meccanicismo).
b) Per la seconda si pensa che la vita cristiana non sia che un affare, in cui si dà il minimo per ottenere il massimo, in cui si fanno sottili distinzioni sulla gravità dei peccati (utilitarismo).
c) La terza, credendo che tutti i problemi abbiano una soluzione fuori di noi, non si vibra per nessun ideale (quietismo).
Volontà ferma del Clan è di battere questi vizi prima in noi e poi fuori di noi. Siccome l’idea più originale del cristianesimo è la paternità di Dio che ha per documento la Grazia, i nostri rapporti con Dio devono essere fondati sull’amore filiale; quindi la nostra vita deve essere basata sulla generosità, sulla interiorità, sul tormento gioioso di ciò che ci manca.
1) Interiorità dell’impegno: adesione cosciente e libera ad un ideale e promessa di mantenerlo.
2) Generosità: orrore della mediocrità, impegno costane di vivere la Legge del meglio. Il dire ” chi me lo fa fare” pone nettamente fuori dallo scoutismo.
3) Tormento gioioso di ciò che ci manca: gioia, ma gioia tormentata dall’anelito di compiere ciò che manca alla perfetta instaurazione del regno del Padre.
NORME GENERALI
Scopo del Clan è quello di formare degli uomini di carattere integralmente cristiano, destinati a divenire nello scoutismo e fuori centri di influenza o addirittura dei capi di uomini.
Entrano a far parte del Clan in qualità di novizi gli scout di Prima Classe di almeno 16 anni che, avendo fatto domanda, sono stati accettati dalla Direzione del Clan. Fatto preponderante di questa decisione sarà la maturità dello spirito scout del candidato.
Scopo specifico del Clan, al quale sono indirizzati i suoi programmi, è il servizio nell’Associazione. A tal fine e nei limiti delle sue possibilità, il Clan si impegna a dare preferenza alle attività suggerite o richieste dal Commissariato Provinciale.
Il Rover accetta come mezzo a fine della sua formazione il Servizio nella Associazione.
CRITERI DELLA PARTENZA
La Partenza è data a un rover solo se:
1) è un uomo di carattere deciso e capace di assumere una responsabilità di servizio dentro e fuori dall’Associazione. Chi non potrà assumere all’atto della partenza un servizio nell’Associazione è comunque impegnato ad assumere una responsabilità di servizio nella società come membro attivo o addirittura come dirigente in istituzioni miranti a realizzare nel mondo l’ideale cristiano (istituti educativi, A.C.L.I., A.C., partiti cattolici, enti di assistenza sociale, ecc.);
2) abbia coscienza dell’importanza della vita politica e del voto, e respinga coscientemente e liberamente tutte quelle ideologie che siano in contrasto con la dottrina cattolica o che comunque siano antidemocratiche.
Se dopo quattro anni di appartenenza al Clan, il rover non è in grado di chiedere e di ottenere la Partenza, cessa di appartenere al Clan.
NORME PRATICHE
Il Clan fornisce ai suoi membri la preparazione sufficiente per rispondere al suo fine.
Formazione spirituale: ad ogni membro del Clan si consiglia di riservare ogni giorno, e in qualsiasi circostanza si venisse a trovare, almeno dieci minuti per la riflessione sullo stato della sua spiritualità con questo preciso intento: richiamare i canoni scritti nella Carta di Clan, paragonarli alla giornata e giudicare se rispetto alla precedente abbia fatto un lieve progresso.
I membri del Clan si impegnano ogni giorno ad un’azione di rinuncia a cosa lecita con il preciso intento di rendere omaggio al Padre, come un di più di quanto prescritto dalla Legge, allenando nel contempo la volontà.
Formazione tecnica: il Clan al completo effettua un’uscita almeno ogni due mesi. Si riunisce una volta alla settimana per capitoli, allenamenti fisici, ecc.
Ogni membro del Clan ha l’obbligo di partecipare ad un campo scuola prima della Partenza.
La Carta di Clan è costituita da un numero indeterminato di articoli. Ogni articolo è approvato, modificato, abrogato dalla Direzione del Clan.
Nelle riunioni ufficiali di Clan (incontri, capitoli, istruzione religiosa, ecc.) anche se in borghese, ogni Rovere si impegna a non fumare. Per le attività in divisa vedi articolo 490 delle Norme Direttive A.S.C.I.
Ogni membro del clan ha l’obbligo di concorrere alla vita della Comunità Europea.
“Carater de la rassa bergamasca: fiama de rar, sota la sender brasca.”
1967 – 1970 La seconda carta di Clan
A seguito dell’uscita di un gruppo di Rover nell’anno 1965 che hanno dato vita al Clan “Brasca” Bergamo 1°, Il clan cittadino “Brasca” ha dovuto a malincuore prendere atto della nuova situazione. Il Clan “Brasca” del Bergamo 6° continua le tradizioni, i metodi e i valori della vecchia “Brasca”, come segno di ciò conserva il motto: “parla poc e pica tat”, il patrono S. Martino di Tours e il foulard del vecchio Clan. continua
Viene stesa una nuova carta di clan
SIAMO UOMINI, CRISTIANI, SCOUTS
Siamo uomini, e vogliamo esserlo integralmente, inseriti nella comunità degli uomini ed impegnati nel suo progresso.
Siamo cristiani, uomini nuovi: la nostra vita viene giustificata, lievitata e diretta dalla nostra fede nel Cristo.
Siamo scout, perché riconosciamo nello scoutismo un mezzo valido per la nostra formazione di veri uomini e di veri cristiani.
Da questa triplice esperienza ci vengono alcune idee-forza che vogliamo vivere e che proponiamo a tutti, convinti della loro validità e della loro possibilità di par progredire la società umana.
1) Simo Chiesa, ci sentiamo responsabili delle sue vicende e vogliamo avere parte alla Chiesa locale e alla Chiesa universale affinché la nostra vita sia una continua costruzione del regno di Dio in mezzo ai nostri fratelli mediante la testimonianza e l’annuncio della Parola, la santificazione e l’esercizio della carità, memori delle parole dell’Apostolo: “Tutto quello che fate, in parole e in opere, tutto fatelo nel nome del Signore Gesù” (Col. 3,17).
In modo particolare il nostro impegno si rivolge ai giovani: “essi stessi devono diventare i primi ed immediati apostoli dei giovani, esercitando da loro stessi l’apostolo fra di loro” (Apostolicam Actuositatem, cap. 3).
2) Vogliamo attivamente prepararci e gradualmente inserirci nelle strutture della società umana per promuovere il progresso economico e sociale. Riteniamo il disinteresse politico una grave e pericolosa forma di egoismo e rifiutiamo qualsiasi tipo di strumentalizzazione della nostra presenza nell’ordine temporale.
3) Con ogni forza rifiutiamo tutti i dogmatismi ideologici, consci che tutti, sia pure in modi e gradi differenti, sono portatori di verità. In particolare vogliamo tener presente che non si deve mai confondere l’errore con l’errante, e che l’errante è sempre ed anzitutto un essere umano che conserva, in ogni caso, la sua dignità di persona (Pacem in terris, n° 158).
4) La sollecitudine di accostare i fratelli tuttavia non può tradursi in una attenuazione, in una diminuzione della verità (Ecclesiam suam, n° 28). Il rispetto dei nostri fratelli ci porta altresì ad opporci ad ogni tipo di violenza e di discriminazione ne nei loro riguardi ed in particolare ci impegna nella lotta contro l’inumanità della guerra (cfr. art. 4° Legge Scout) e a collaborare, con l’aiuto di Cristo, autore della pace, con tutti per stabilire fra gli uomini una pace fondata sulla giustizia e sull’amore e per apprestare i mezzi necessari per il suo raggiungimento (Gaudium et Spes, n° 77).
5) Lo scopo della nostra vita è di servire Dio nei fratelli, di far della nostra vita tutto un atto d’amore verso Dio. “Il vero modo di essere felici è di portare la felicità agli altri” (B.P.). In particolare il nostro servizio si rivolgerà all’attività educativa scout poiché crediamo nella validità di questo metodo e desideriamo che venga applicato ad una grande massa di ragazzi e di giovani (cfr. art. 3 Legge Scout).
6) “La vera felicità, non dipende dalla ricchezza né dal successo, né dal cedere alle voglie” (B.P.). La nostra vita sarà una vita austera, volta a cogliere la bellezza delle cose semplici, della natura che Dio ha creato per allietarci, e dalla amicizia che ci dà la gioia (cfr. art 6 8 9 10 Legge Scout). A questo scopo affermiamo il valore della “vita rude” e della “strada” considerati anche come mezzi efficaci per ottenere una vera libertà anteriore. In un mondo in cui sperequazioni e disparità sociali hanno raggiunto livelli per noi insopportabili, riteniamo cosa offensiva e grandemente ingiusta verso i nostri fratelli meno fortunati ogni ricerca ed ogni desiderio eccessivo di cose superflue.
Firmando questa Carta di Clan, noi revers della “Brasca” abbiamo coscienza di essere dei “diversificati”: la diversificazione non è divisione, né superbo integralismo, ma reazione contro ogni massificazione e livellamento, è ricchezza di idee e di contenuti per i quali noi vogliamo essere, con umiltà e sincerità, “sale della terra” e “anima del mondo”.
Pontida, 19-3-1967
C.C. Claudio Baroni
C.G. Luigi Bonicelli
A.E. Cesare Bonicelli
Fossà Giorgio
Locatelli M.
P. Giorgio
Martinelli A.
Ranzanico, 18-6-1967
Giancarlo Traini
Bergamo, 12-6-1968
Calzana Pino
Claudio Traini
Antonio Brambilla
Madonna della Neve, 17-10-1970
Donatella Malgrati
Maria Cristina Malgrati
Silvana Cremaschi
Laura Bossi
Cristina Loglio
Lisa Cremaschi
Daniele Malgrati
Paola Meletti
Cavallai Loglio
Roberto Colombi
Mario Bernardi
1969 L’arrivo dello scoutismo femminile
Nasce il Fuoco A.G.I. Bergamo 1° “La Bussola” continua
DIO
Dio è fonte e concepimento della mia esistenza, la quale ha valore solo nel piano da Lui pensato per me.
Capire l’importanza del vivere in grazia e partecipare in modo completo ed attivo alla S. Messa. Inserirsi coscientemente nella Chiesa e sentire l’impegno di testimonianza. Essere fedeli alla preghiera come presenza continua di Dio e offerta di quello che facciamo; come espressione comunitaria e liturgica.
GLI ALTRI
Gli altri sono nostri fratelli: con l’offerta del nostro amore rendiamo presente a Dio l’amore di tutto il mondo.
Avvicinare le persone accogliendole, cercando di approfondire il nostro rapporto, dando senza contare. Nella comunità di fuoco i problemi di una sono i problemi di tutti. Conoscere i problemi sociali ed aprirsi al dolore dell’umanità, sensibilizzandosi mediante l’informazione. Nostro primo servizio è la famiglia: cerchiamo di aprire un dialogo con i genitori e i fratelli rendendola partecipe dei nostri problemi e del nostro entusiasmo. Amare le persone a noi affidate vedendo in loro Dio.
LA STRADA
La strada è simbolo ed espressione del nostro cammino verso Dio, insieme agli altri. La spiritualità della strada è vivere con spirito di avventura, con gioia e giovinezza, con semplicità e povertà anche anche al di fuori della Route. La scoperta della natura nella sua semplicità e perfezione è incontro con Dio e di questo dobbiamo far partecipi gli altri.
1972 – 1974 Uomini e donne insieme
La comunità rovere e scolte “La Brasca”, nata dalla fusione del Clan Brasca Bergamo 6° A.S.C.I. e del Fuoco Bergamo 1° A.G.I., si è costituita come comunità mista nel 1972. Essa riunisce e continua le tradizioni, i metodi ed i valori della due comunità originarie. In segno di ciò mantiene per ora i colori dei due foulards. continua
Questa Carta è una scelta e un impegno a vivere sulle tracce del nostro credo. Crediamo nella vita: accettata come un dono, costruita come una avventura aperta all’incontro, giudicata in base alla fedeltà col suo modello: il Cristo. Crediamo nella persona, pur combattuta tra la limitatezza del suo oggi e l’utopia del suo domani. Per avvicinarci ad essa, sappiamo che è indispensabile un lungo itinerario di crescita, che richiede coraggio, solitudine, fedeltà nelle piccole cose di ogni giorno. Solo così la nostra vita sarà un dono al mondo, capace di farlo fiorire.
Come persone inserite nella comunità del Clan/Fuoco, abbiamo scoperto l’importanza dell’incontro attento all’altro. In particolare, vogliamo tenere presente che non si deve mai confondere l’errore con l’errante, e che l’errante è sempre e anzitutto un essere umano che conserva, in ogni caso, la sua dignità di persona. Sappiamo che ognuno ha un suo messaggio da portare e intendiamo favorire l’espressione nella serenità della vita di gruppo. La nostra è una comunità mista, in cui si attua una collaborazione fraterna e stimolante tra ragazzi e ragazze. Convinti che l’uomo e la donna hanno uguale dignità, cerchiamo di realizzare, a cominciare da noi, il rispetto e la promozione reciproca, ed è bello, che da questa scelta è nata la gioia di rapporti liberi e la speranza di una crescita piena.
Come persone inserite nella nostra società intendiamo affrontare un discorso sull’uomo qui e ora. Noi riteniamo che per l’uomo che vive su questa terra “tutto è politico” e per il cristiano “tutto riguarda la sua fede”: tanto la fede quanto la politica tendono a coinvolgere l’uomo nella sua totalità. Simo uomini e viviamo tra gli uomini, impegnandoci a lottare contro tutto ciò che minaccia direttamente e indirettamente l’uomo. Vogliamo liberare l’uomo da ogni condizionamento e da ogni schiavitù. Vogliamo lottare contro ogni potere che tradisce la povera gente, i deboli, gli oppressi, gli emarginati. Riteniamo che non sia compito del Clan/Fuoco in quanto tale realizzare un intervento politico specifico, consapevoli che il fine della politica non è l’ideologia, né lo stato, né la classe, ma l’uomo. Come cristiani, “uomini per gli altri”, crediamo che tutto ciò sia necessario per poter testimoniare credibilmente il messaggio di liberazione totale che il Cristo ha annunciato sconfiggendo la morte. Abbiamo capito che non è possibile essere dei veri credenti senza l’ascolto della parola, perché esiste profonda unione tra parola e Sacramento: il movimento dell’uomo verso Dio si realizza concretamente ascoltando la sua parola e mangiando il suo corpo, perché la parola di Dio è costruttrice della chiesa e rivelatrice dell’azione di Dio nella storia, è operatrice di storia mediante il cristiano, è efficacia e giudizio.
Come scout, riconosciamo nel roverismo/scoutismo un metodo valido ed efficace per realizzarci, usando dei suoi mezzi, in particolare:
· La vita all’aperto, che ci educa alla libertà interiore e, nel dialogo col creato, ci aiuta a scoprire il trascendente che è nell’universo e in noi.
· Il servizio ai fratelli come norma di vita e quello educativo nell’associazione, che serve a trasmettere e incarnare i valori in cui crediamo.
Pradalunga, 12-10-1974
C.F. Cristina Loglio
C.C. Claudio Baroni
C.G. Luigi Bonicelli
M.d.N. Virgilio
M.d.N. Roberto Colombi
Claudio Gamba
Gabriele Colleoni
Chicco Calvo
Laura d’Alessio
Gabriella Cremaschi
Daniela Maffioletti
Lella Brignoli
Orianna Cozzutti
Maricchia Paganoni
Gegio Pusineri
Danila Casu
Marco Filisetti
Sara Maffeis
Gabriele De Palma
Luca Benassi
M.d.N. Susi Pesenti
Andrea Benassi
Max Lussana
Sighinolfi Roberto
Clelia Morzenti
Roberto Cremaschi
Giuseppe Tognon
Cesare
1975 – 1977 Lo sdoppiamento in due comunità – Il Clan di Redona
Si adotta il foulard originale color Brasca in segno di unione tra uomini e donne che hanno ormai la stessa Carta e lo stesso impegno. Le donne rinunciano quindi al loro foulard originale; non si adotta un foulard nuovo (il che sarebbe più giusto) solo per motivi pratici (spesa e funzionalità).continua
S. Patrizio di Colzate, 9-2-1975
Mari Quero
Antonio Aldrighi
Aldo Ghislandi
Ivonne Artifoni
Andrea Paganoni (panzicchio)
Anna De Palma
Giordano Rossi
Isabella Lussana
Diego Fossà
Pradalunga, 11-10-1975
La comunità della Brasca si sdoppia in due distinte comunità miste per svolgere un’attività più attenta alle persone e più inserita nella chiesa e nella realtà sociale. Le due comunità, che fanno a Redona e Borgo Palazzo, mantengono per ora lo stesso foulard e la stessa carta, a indicare che se pur separate fisicamente, le due comunità sono unite nello spirito.
Silvia Breda
Maria Grazia Grigiante
S. Patrizio di Colzate, 15-2-1976
Il nuovo Clan di Redona adotta la nuova denominazione di “Brasca Nöel.
Katy Arrigoni
Cinzia Bonanomi
Cristina Manenti
Luisa Giavazzi
Betti Quero
Lucia Donizetti
Marco Cremaschi
Roby Rota
Roby Zacconi
Silvana Perletti
Beppe Dedè
Salzana di Pizzino, 20-6-1976
Franco Boccalatte (Ciucia)
Pradalunga, 9-10-1976
Goffredo A.E. Clan Brasca Nöel
S. Patrizio di Colzate, 27-2-1977
Claudio Cittadini
Caterina Tognon
Laura Nosari
Mara Zambetti
Patrizia Pini
Giannina Montaruli
Amaglio Giorgio
Toller Riccardo
Vincenzo Gazzilli
Marco Scarpellini
Alberto Berera
Pradalunga, 8-10-1977
Marco Teani
1978 – 1979 La stesura di una nuova carta di Clan
Nell’anno di lavoro dedicato alla riflessione alla stesura della nuova Carta si è preferito non firmare quella del vecchio Clan; questo spiega perché non risultano firme per l’anno 1978. continua
Nel 1979 il Clan “Brasca Ovest” ha firmato una nuova carta, mentre non essendo ancora scritta una nuova Carta del “Brasca Nöel”, rovere e scolte che avevano assunto l’impegno nel 1978, o che lo assumono in questo 1979, firmano la Carta vecchia, dopo averla esaminata e discussa, e con l’impegno di affrontare una nuova stesura entro il 1980.
S. Patrizio di Colzate, 18-2-1979
Grazioli Marco
Michele Passoni
Giambi Riva
Piermario Breda
Andrea Guizzetti
Rota Paolo
Marino Grassi
Grazioli Umberto
Ornella Personeni
1979 – 1981 Gruppo Bergamo OVEST – Seconda carta della Comunità
La comunità RS “La Brasca, a tre anni dallo sdoppiamento con la comunità RS “Brasca Nöel”, si dà una nuova carta della comunità. La comunità mantiene il foulard color “brasca” e il motto “parla poc, pica tat”. Nell’anno di lavoro dedicato alla riflessione e alla stesura della nuova carta si è preferito non firmare quella del vecchio Clan; questo spiega perché non risulta nessuna firma per l’anno 1978. continua
Noi, rovere e scolte della Comunità La Brasca, viviamo la tipica condizione giovanile di incertezza e confusione che ci coinvolge in tutti gli ambienti in cui viviamo (scuola, lavoro, famiglia). Per non lasciarci travolgere dal pessimismo e non accettare una situazione di passività abbiamo formato questa comunità di crescita. Abbiamo scritto insieme questa “carta di Clan” per rendere chiaro prima di tutto a noi stessi quali sono i valori in cui crediamo e che ci danno speranza.
Stiamo insieme perché è bello e la ricchezza che ci dà l’incontro con gli altri è un dono enorme; ciascuno cresce nella comunità perché questa favorisce la maturazione personale attraverso i rapporti spontanei tra le persone e l’accettazione di ciascuno per quello che è.
Siamo felici di esistere
E’ importante per noi godere la vita, riempirla di cose belle, saper cogliere anche quelle piccole cose che danno soddisfazione, fermarci ogni tanto a prendere fiato per non lasciarci travolgere dal “dover fare”. Ecco che allora la comunità diventa matta per giocare, cantare, osservare, ridere, conoscere tanta gente e comunicare a tutti la gioia!
Siamo uomini e donne
Ciascuno ha il diritto e il dovere di superare quella divisione dei ruoli che la società impone. Uomo e donna hanno pari dignità e valore nelle diverse caratteristiche; la vita comune non può che arricchire entrambi, e questo noi già lo sperimentiamo. Ognuno è libero di essere quello che è, indipendentemente da quello che gli altri vogliono e si aspettano da lui.
Vogliamo crescere
Siamo consapevoli che saremo uomini e donne liberi quando avremo preso in mano la fatica della nostra crescita, quando ci daremo degli obiettivi e faremo il possibile per raggiungerli. Riteniamo che nella persona ci debba essere un continuo sforzo e impegno per rinnovarsi e scoprire i propri talenti. Questa educazione è auto educazione, è il cammino di ciascuno di noi con le sue gambe su una strada aperta al servizio. La vita della comunità ci pone di fronte a tappe sempre più impegnative e ci prepara gradualmente a fare delle scelte fondamentali. Con volontà di ricerca, con l’avventura di rischiare noi stessi, con la partecipazione attiva ai momenti che la branca RS ci propone, caratterizziamo la nostra vita di comunità.
Siamo una comunità in cammino
La fede è il nostro cammino sulle tracce di Cristo, nostro fratello, che costantemente ci chiama a seguirlo sulla via dell’amore. La fede non è mai una conquista definitiva: deve essere alimentata giorno per giorno ed è indispensabile, come impegno quotidiano per una conversione e un rinnovamento continui, la forza della preghiera. Con la preghiera ci mettiamo in ascolto di Dio che ci parla e ci viene incontro direttamente e attraverso gli altri, il mondo, la natura e la sua parola scritta e tramandata. La comunità offre a ciascuno l’occasione di nutrire e verificare la propria fede attraverso momenti di preghiera e di deserto. Sta poi a ciascuno di noi concretizzare il nostro credo e annunciare il messaggio di cristo, uniti alla Chiesa, comunità dei credenti. Nella Chiesa troviamo il coraggio di pensare che il progetto di cristo è migliore dei nostri progetti e così lo vogliamo fare nostro. Spesso la Chiesa ci fa soffrire e ci pone in crisi: ci proponiamo di distinguere in coscienza tra ciò che è indicazione umana, e quindi opinabile, e ciò che è volontà di Dio che trascende l’uomo che ne è strumento e portatore.
Siamo parte della societ�
Politica è non lasciar prendere agli altri decisioni che riguardano noi, è far sentire la nostra voce, è partecipare alla gestione della vita pubblica, è progettare il futuro. Ogni atto nasconde una scelta e noi vogliamo capire il perché di ogni scelta. Perciò sono necessari una seria informazione e occhio critico verso ciò che succede nel mondo. La comunità deve fornire a ciascuno gli strumenti per operare le necessarie scelte: la nostra comunità si propone di dedicare quindi spazi precisi di tempo a prese d’informazione, discussioni, incontri. Scelta fondamentale per noi è stare dalla parte dei deboli e degli ultimi, condividendo, per quanto è possibile, la loro situazione. Come scout, il nostro impegno politico si svolge soprattutto in campo educativo, perché sappiamo che non possiamo cambiare la società se non interveniamo sugli individui che la formano. Privilegeremo sempre come metodo d’intervento la non violenza, impegnandoci anche a conoscerne meglio i fondamenti teorici. Vogliamo rispettare ogni uomo, perché non abbiamo il diritto di giudicare nessuno. Possiamo però criticare le idee, senza confondere l’errore con l’errante.
Vogliamo servire
Riteniamo importante metterci al servizio degli altri, e fare del servizio una scelta di vita come proposta alternativa in una società basata sull’egoismo. L’A.G.E.S.CI. ci propone l’importanza del servizio educativo all’interno dell’associazione ed axtra-associativo, soprattutto in ambienti di emarginazione, per aiutare le persone a crescere e mettere a loro disposizione le nostre capacità e la nostra esperienza. Crediamo che il servizio sia anche un mezzo per la nostra progressione personale. Quindi ogni membro della comunità assume, dedicandogli un tempo preciso, un servizio concreto e lo porta avanti con costanza, verificandolo periodicamente insieme alla comunità. Di qualsiasi tipo sia, il nostro servizio sarà umile, gioioso, competente e silenzioso.
Siamo Rovere e Scolte “sulla strada”
La comunità considera la strada un insostituibile mezzo di crescita personale e collettiva. Essere sulla strada significa sapere di non essere ancora arrivati, ma voler arrivare, tendere a una meta che ancora non si conosce a fondo e che ci chiamo ad un cammino e ad un atteggiamento di apertura e disponibilità. La strada è faticosa, sembra non finire mai; ma è camminando che ci accorgiamo dell’altro, che impariamo a fare attenzione a chi fa più fatica di noi, è camminando che scopriamo che la vita è avventura, che la povertà e l’essenzialità sono i valori di una strada comunque gioiosa. Sulla strada riusciamo ad abbandonare tutti quei rigidi schemi che ci impediscono di essere noi stesi, per presentarci in modo sincero agli altri. Quando lo zaino è leg · Il servizio ai fratelli come norma di vita e quello educativo nell’associazione, che serve a trasmettere e incarnare i valori in cui crediamo.gero e la mente serena, camminando s’ppapre cammino. Essere sulla strada è il nostro stile, il nostro modo di essere.
Noi e il creato strongUna della cose più belle che lo scoutismo ci ha dato attraverso la vita all’aperto è la scoperta e l’incontro con la natura. Abbiamo imparato ad ascoltarla, apprezzarla, goderla, rispettarla e riconoscerla come disegno e dono di Dio e tramite a lui. Ed è proprio perché la consideriamo come un dono di Dio che vogliamo difenderla, impegnandoci in un concreto interessamento ecologico. Anche il nostro corpo è parte della natura e ci rendiamo conto di quanto sia importante mantenerlo sano attraverso la vita all’aperto, il movimento e una giusta informazione sanitaria e alimentare. Il nostro corpo è tanto più importante quanto più noi riusciamo ad adoperarlo per comunicare con gli altri. Vogliamo imparare ad esprimerci utilizzandone al massimo le possibilità, senza limitarci alla sola espressione verbale (anche se abbiamo molto bisogno di parlare), e così riteniamo importante che la Comunità acquisisca una serie di tecniche espressive. Rivalutiamo anche l’attività manuale per riscoprire il gusto delle cose fatte da noi e per non dipendere totalmente dagli altri. Liberiamo così la nostra creatività conoscendo sempre più i nostri limiti e le nostre capacità. Il canto ci aiuta a non scoraggiarci, perché cantare mette allegria, cantare fa compagnia, cantare è motivo di unione e rende felici e niente è così importante da impedirci di cantare.
S. Patrizio di Colzate, 18-2-1979
C.F. Maricchia Paganoni
C.C. Roberto Cremaschi
Bamberga Paolo (Baby)
Elisabetta Longhi
Simonetta Lussana
Mario P.
Simonetta Lussana
Elena
Mariolina C.
Fulvia Scalpellini
Giannina Montaruli
Marco Teani (Teo)
1980 – 1987 Seconda Carta del Clan “Brasca Noel”
A quattro anni dallo sdoppiamento dei Clan di Bergamo, i Rovere e le Scolte del Clan “Brasca Noel”, formatosi a Redona, hanno scritto questa carta. In questi anni hanno adottato, discusso, firmato la “Prima Carta della Comunità” (1974); questa nostra seconda carta ci differenzia ora dal Clan “Brasca ovest”, di cui tuttavia sentiamo uguali le radici, gli ideali, lo spirito. continua
Crediamo nella vita come dono, e cerchiamo di affrontare le difficoltà di ogni giorno con ottimismo e fiducia. E’ dalla speranza che ne deriva e dall’esigenza di parlarci e chiarirci, che nasce questa carta di Clan. Con essa abbbiamo cercato di confrontare e riordinare le nostre ideee, di porci delle mete e di fare dei progetti. Siamo consapevoli dei nostri limiti, ma crediamo anche nella nostra capacità di migliorare. E’ per questa scelta di autoeducazione che siamo nel Clan; il nostro essere scout non è però un vestito che si indossa solo in certe circostanze: vogliamo far coincidere l’essere scout e l’essere uomo.
Il Clan è per noi punto di incontro, confronto, crescita e conoscenza, dove ognuno ha un suo spazio d’espressione. E’ un gruppo di amici che sanno quel che vogliono e cercano nella vita comune una formazione educativa che aumenti il senso critico, e valorizzi ciascuno nella sua vocazione. La vita comunitaria ci fa scoprire la nostra personalità come un valore che va donato, per essere veramente goduto; ci insegna a vivere con gli altri, portandone alla luce anche i lati più nascosti; è occasione di verifica e arricchimento. Quando tutti sono partecipi delle cose comuni con responsabilità e chiarezza, allora il Clan è comunità.
Cerchiamo di essere sempre protagonisti consapevoli della nostra crescita, di darci obiettivi e di raggiungerli con l’aiuto degli altri e delle tappe che lo scoutismo ci propone.
Siamo uomini e donne, in questa crescita, gioiosi di una vita insieme che non segue ruoli reimposti, ma è fonte di arricchimento e collaborazione. Il nostro stare insieme è improntato al rispetto che nasce del sentirci “uguali”, ed è arricchito dalla gioia di scoprire e valorizzare le nostre diverse caratteristiche.
Il Clan è una “famiglia felice” in cui possiamo fare cose diverse da quelle di tutti i giorni, comunicare con tutti i mezzi che abbiamo oltre le parole: cantare, danzare, mimare, disegnare, costruire, suonare….in momenti di gioco che ci rendono più liberi.
Ha un suo stile: non fatto esteriore, ma capacità di valutare e regolare il proprio comportamento in ogni istante; di essere ottimisti e pieni di entusiasmo per quel che si fa.
La Fede è presupposto fondamentale di un nostro coerente essere scout, ed è per noi importantissimo che nel Clan ciascuno faccia una sua scelta personale in proposito.
Vivere la fede cristiana significa per noi accettarci come creature di Dio e gioire del dialogo che cerchiamo quotidianamente con Lui nella preghiere. Significa seguire il messaggio di Cristo e riviverlo ogni giorno nel nostro rapporto con l’altro, vivere con speranza ed avere fiducia. E’ non solo ascolto e interpretazione della parola, ma anche testimonianza, condivisione e continua verifica, sorretta dallo Spirito Santo.
Ognuno di noi è un pezzettino di società e ha il dovere e il diritto di essere partecipe di ciò che gli accade intorno. Riteniamo importante, in questo senso, che ciascuno operi per la sua crescita culturale, come costante atteggiamento di conoscenza critica di quanto avviene nella natura e fra gli uomini. Solo così saremo pronti ad assumerci le nostre responsabilità, come persone e come Clan. Evitando di chiuderci nel nostro “io personale”, di delegare ad altri le decisioni che ci competono, vogliamo testimoniare in modo attivo i nostri ideali. Tutto ciò può avvenire mediante una corretta educazione alla politica, attuata attraverso l’informazione e la discussione approfondita del Clan. Nella nostra vita in associazione è fondamentale l’esperienza del servizio come momento di crescita e autoeducazione. Il servizio diventa una filosofia di vita, un modo di porsi di fronte la reale, la capacità di essere presenti e disponibili. Servizio in associazione ed extra-associativo non devono essere considerati come momenti separati e indipendenti, ma come parti complementari della crescita di ognuno. Il nostro intervento nel reale, che ha sempre come fine ultimo l’uomo, con tutti i suoi problemi e le sue aspirazioni, non è disgiunto dal credere nella pace come ben irrinunciabile per cui operare. Ci sentiamo coinvolti nella costruzione della pace, e riteniamo fondamentale che il rapporto tra uomo e uomo sia importante alla non-violenza, al dialogo, all’attenzione e alla comprensione reciproca.
La strada, come capacità di staccarci dalla sicurezza, verso l’imprevisto, come essenzialità, come povertà e fatica, come gioia dell’incontro, è forse l’elemento più significativo della nostra comunità: è momento di confronto con noi stessi che impariamo a camminare, stare all’aria aperta, spostarci in bici e con ogni mezzo “a misura d’uomo”, con stile. E’ anche momento di unione del gruppo nello stesso sforzo, sullo stesso cammino ideale: non è importante il luogo in cui simo, ma la direzione che prendiamo. Osservando la natura, ci accorgiamo che basta poco per essere felici: camminare in un bosco, in montagna, ci mette in uno stato di pace e ci dà gioia. La vita all’aperto è fonte di libertà e di autonomia: ciò significa imparare ad usare il nostro corpo, le nostre mani, la nostra creatività, rifiutando quei modelli di vita che ci sono imposti dalla società dei consumi. La natura è creato, è dono di Dio: in essa siamo più vicini a Lui, e sentiamo il bisogno di ringraziarlo per quel che ci ha dato. Per questi motivi ci sentiamo in dovere di rispettare la natura e farla rispettare: rispetto della nautra come bene prezioso che Dio ha creato; rispetto dell’uomo che vive in essa, che non può vivere senza di essa. Ciò significa impegnarci personalmente e politicamente per evitare la distruzione dell’ambiente.
S. Trinità di Casnigo, 23-03-1980
Impossibile decifrare le firme !!
1981 Si costituisce ufficialmente il gruppo “Bergamo 3°”
Nella stessa giornata delle “firme”, in un incontro svoltosi a Redona, si costituisce ufficialmente il gruppo “Bergamo 3°”, che adotta come foulard quello marrone e azzurro del rip. BG 3° Guide, distinguendosi così dal BG 1° (che conserva i colori verde e giallo) e BG 2° (che adotta il color “brasca”). Anche il Clan “Brasca Nöel” (da oggi Bergamo 3° Brasca Nöel) lascia – un po’ a malincuore – il vecchio “brasca” e assume in foulard quadrato con i colori del gruppo.
Madonna del Castello – Ambivere 22-02-1981
1984 Viene affrontato ed aggiunto alla carta di Clan il tema del lavoro
Nella prima parte dell’anno 1984 il clan ha affrontato in un capitolo il tema del lavoro. Abbiamo discusso sulle nostre esperienze concrete di lavoro, abbiamo conosciuto il sindacato invitando alle riunioni alcuni sindacalisti (CGIL-CISL) e abbiamo letto e discusso parte della Laborem Exercens.
Abbiamo voluto aggiungere alla carta di clan (seconda carta del clan 1980) alcune considerazione emerse da questo capitolo. continua
La nostra comunità è formata da studenti e lavoratori: per i primi è importante una conoscenza delle problematiche del lavoro, per i secondi è utile un allargamento di orizzonte su questo tema. Per gli uni e per gli altri è importante scoprire a quali principi riferirsi nell’affrontare la realtà del lavoro.
Il lavoro è necessario per il soddisfacimento dei bisogni primari della persona e degli ulteriori bisogni di cose utili per migliorarci e crescere; d’altra parte lavorare significa valorizzare le potenzialità dell’uomo, mettendone in primo piano la dignità.
Condividiamo i principi della Laborem Exercens e in particolare ne sottolineiamo alcuni aspetti.
Ogni uomo ha il diritto-dovere di lavorare e le diverse professioni, purchè attuate con impegno e senso di responsabilità, hanno medesima dignità, perché frutto delle fatiche dell’uomo. La retribuzione deve garantire a chi la percepisce e alla sua famiglia una vita dignitosa e serena dal punto di vista economico. Simo convinti che per lavorare non debbano essere fatte discriminazioni di ordine sociale, politico, religioso, di sesso.
Ci rendiamo conto del divario esistente tra questi principi e la realtà, in cui sono frequenti situazioni di sfruttamento economico, condizioni sanitarie inadeguate e ingiustizie umane e sociali verso il lavoratore. Vi sono inoltre situazioni ancor più difficili quali sono quelle dei disoccupati, dei cassintegrati, dei licenziati e degli emigranti.
Come scout vogliamo far rientrare i nostro stile nel lavoro, come cattolici aderiamo ai principi dell’enciclica, come cittadini riteniamo di fondamentale importanza una scelta politica quanto più possibile coerente con l’obiettivo di garantire un lavoro a tutti, giustamente retribuito.
Considerando la complessità della situazione vogliamo collaborare con il sindacato e con chi condivide i principi di cui si è parlato. Ci impegnamo personalmente alla ricerca del dialogo, della collaborazione e solidarietà nel mondo del lavoro tenendo sempre come punto di riferimento l’uomo.
(Aggiunto alla carta di Clan il 10-10-1984)
1988 Viene stesa una nuova Carta di Clan
In questa carta di Clan abbiamo raccolto i punti di riferimento del nostro cammino R/S all’interno e all’esterno della comunità C/F. Sono gli argomenti su cui ci siamo fermati a riflettere, sono i valori in cui crediamo e cerchiamo di realizzare nella nostra quotidianità. continua
Noi apparteniamo ad una società complessa, frammentata e contradditoria in cui rileviamo una rincorsa, al benessere materiale, che pare raggiungibile con qualsiasi mezzo e con pochi sforzi, mentre nel mondo il ricco è sempre più ricco e il povero è sempre più povero. Non ci vogliamo rassegnare di fronte alle ingiustizie e non possiamo relegare agli altri la lotta per un mondo migliore. E’ perciò molto importante sapersi rapportare alla società mediante un’informazione critica volta ad individuare i problemi e i bisogni emergenti; sentendoci parte della società, vogliamo intervenire per lasciarla migliore di come l’abbiamo trovata.
E’ necessario che ognuno di noi si crei un’informazione politica stimolando e sfruttando le occasioni di dibattito e confronto. Ci impegnamo nell’azione politica, intervenendo nell’ambito sociale cercando di costruire concretamente la pace.
La pace non e solo assenza di conflitto e non significa nemmeno essere tutti d’accordo, ma è saper affrontare le divergenze attraverso l’apertura al confronto. Dobbiamo cercare di fondare la nostra vita sulla non violenza e per far ciò è necessario essere prima di tutto in pace con se stessi, riuscendo a convivere con i propri pregi e i propri difetti. La pace è un valore che trascende ogni realizzazione concreta ed è un qualcosa che sta all’orizzonte dell’uomo. Ci si può impegnare per la pace imparando a confrontarsi ed evitando di soffocare o reprimere posizioni differenti, perché non c’è pace senza giustizia.
Ignorare chi è diverso è una forma di ingiustizia. Chi non è in grado di rispettare i ritmi e gli standard proposti diventa un emarginato. L’emarginazione è una realtà con cui ci siamo abituati a vivere, tanto che spesso non ci rendiamo conto di essere noi i primi ad emarginare. Si tende ad uguagliare la persona alla quantità di denaro posseduta, facendone passare in secondo piano i veri valori e le qualità.
E’ importante non fare dei soldi il fine della propria vita, cercando di vivere il valore dell’esperienza, evitando sprechi di denaro e aiutando gli altri, anche economicamente, con spirito d condivisione.
La scuola e il lavoro occupano gran parte del nostro tempo e ci aiutano a comprendere meglio il valore del denaro, del tempo e delle possibilità dell’uomo. Per quanto è possibile bisogna cercare un equilibrio tra gratificazione e profitto, fra tempo di lavoro e attività extra. Il lavoro e la scuola sono ambiti in cui coltiviamo i valori in cui crediamo.
La conservazione delle risorse del pianeta è condizione di esistenza sia per noi che per le generazioni future ed è dunque importante che tutti gli individui cooperino con i mezzi a loro disposizione per la salvaguardia di tale ricchezza. Dobbiamo rinunciare all’atteggiamento di dominio, che sembra aver ispirato fino ad ora il rapporto con l’ambiente, per passare ad un atteggiamento di umiltà e di rispetto proprio di un ammiratore, responsabile e saggio, della creazione. Il rispetto dell’ambiente non implica costante che deve essere d’esempio anche agli altri. Cerchiamo di educare chi ci sta vicino ad una giusta cultura ecologica. Per noi scout è importante conoscere di più la natura, valorizzando le diverse attività svolte all’aria aperta con impegni pratici.
Il Clan è una comunità di uomini e donne e come tale vuole condividere l’amore e l’amicizia, cercando di costruire la felicità con l’altro/a. Crediamo nell’amore e siamo consapevoli della necessità di una giusta educazione a tale valore. E’ impegno del Clan vivere nel rispetto, nella parità di dignità, nella valorizzazione delle diverse capacità, nella sincerità, nella spontaneità e nel dialogo.
Noi rover e scolte ci rapportiamo alla società attraverso il servizio, che riteniamo fondamentale per una comunità che vuole crescere nella disponibilità e nella apertura agli altri. Il servizio è un modo di vivere il cristianesimo, di mettere in pratica il vangelo, è ilare senza chiedere niente in cambio. Ogni rover e scolta svolge un servizio concreto che va vissuto con responsabilità, competenza e comunità. Gli ambiti d’impegno del Clan sono il servizio associativo educativo ed il servizio extra-associativo, che ci pongono di fronte a situazioni diverse in cui non siamo abituati a vivere. Il servizio, momento fondamentale per la nostra formazione, diventa con la “partenza” uno stile di vita.
Viviamo nella comunità del Clan, senso del nostro stare insieme; ci permette di crescere in un rapporto spontaneo con gli altri, scambiando idee ed esperienze, condividendo i valori in cui crediamo e confrontando il nostro cammino. Ognuno di noi si gioca in prima persona e si assume le sue responsabilità, impegnandosi ad una partecipazione attiva. Valore fondante della comunità è il rispetto degli altri, di chi è diverso e delle esigenze della comunità (ascolto, puntualità,…). Il vivere insieme esige, infatti, alcune regole, che non vengono, però, vissute come un’imposizione, anzi, sono facili da rispettare perché condivise.
E’ importante raggiungere un buon livello di affiatamento e di amicizia nel gruppo senza dimenticare che lo scopo della comunità va al di là dello stare bene insieme. In particolare l’obbiettivo che noi, come comunità scout, ci proponiamo è quello di educarci, di far fruttare i nostri “talenti”. Non si tratta di seguire uno stesso cammino, ma di aiutarci reciprocamente ognuno sulla propria strada. Ciò che caratterizza una comunità è l’avere un obbiettivo in comune, è l’obbiettivo infatti, che ci spinge ad agire.
Lo stile del Clan è il nostro modo di essere e deve concretizzare i valori in cui crediamo. Non è un fatto esteriore, non è solo la divisa, ma qualcosa che ci caratterizza e ci unisce sempre, Un comportamento creativo, competente ed essenziale che sa utilizzare nelle diverse situazioni i mezzi appropriati.
Il gioco e lo sport sono un’occasione di svago e di divertimento, in cui impariamo a conoscere noi stessi, i nostri limiti e le nostre capacità, l’amicizia ed il senso di gruppo. Nel gioco viviamo la competitività come stimolo da non esasperare e trasformare in aggressività, perché è importante rispettare gli altri e giocare lealmente. E’ importante e bello esprimersi. L’espressione va allenata e vissuta in tutte le sue forme, essa serve anche per sottrarsi all’appiattimento e alla standardizzazione della vita quotidiana.
La strada è la realizzazione del nostro essere scout ed è anche il modo in cui ci proponiamo di concretizzare i valori cristiani. In ogni passo della strada viviamo tutti gli aspetti dell’essere rover e scolte: disponibilità, servizio, attenzione all’ambiente, coerenza con noi stessi.
Il nostro modo di fare strada è caratterizzato dall’essenzialità e, concretamente, dalla capacità di cogliere la sostanza dell’esperienza (nello zaino non si possono mettere troppe cose). La strada è un momento di auto educazione, di crescita personale e di continua ricerca, in quanto ci permette di misurare i nostri limiti, di vincere le nostre debolezze e di raggiungere gli obiettivi che ci poniamo. La strada è occasione di comunità e condivisione delle esperienze, conoscenza e momento di unione del clan, dal momento che, in essa, non siamo mai soli, ma possiamo incontrare gli altri. La strada, rispondendo all’istinto di scoperta, avventura e ricerca è fonte di libertà e imprevisto, ci permette di evadere dalla solita quotidianità e di apprezzare maggiormente il mando e la natura, in questo modo ci procura gioia. La strada è anche fatica, ma questa fatica non è fine a se stessa, viene valorizzata in quanto le diamo senso.
Siamo protagonisti della nostra educazione. Auto educarsi significa capire come bisogna agire, in che modo correggersi, mettere sempre in discussione il proprio comportamento per verificare se è come lo vogliamo. Significa usare il discernimento, cioè porsi la domanda “cosa è bene, cosa è male” scegliere ed agire di conseguenza. Auto educarsi vuol dire, quindi, assumersi le proprie responsabilità, esercitare la propria capacità di giudizio, essere autonomi: qualità che non si posseggono già in partenza, ma alle quali si arriva pian piano.
Capire che il tempo è un dono di Dio da gestire in base ad una scala di valori vuol dire auto educarsi. Dobbiamo renderci conto del tempo che spendiamo, averne coscienza e cercare di essere padroni, senza lasciarsi travolgere. Il tempo, infatti, è composto di momenti, ed ogni momento ha un suo valore: in questo senso “il tempo è veramente denaro”, non in quanto produce ricchezza, ma in quanto è prezioso per se stesso.
La vita quotidiana di ognuno di noi fa riferimento alla fede nel Dio fatto uomo in Gesù Cristo. Crediamo nel dono della fede, un dono che si scopre e si vive, ogni giorno, come una continua scommessa con l’assoluto, che non ci esime dalla ricerca e dall’approfondimento personale e comunitario, nella certezza che la morte è la fine di tutto.
La fede da senso al nostro essere Clan ed è sostenuta dall’incontro in comunità. Aumentiamo la fede nell’incontro costante dei nostri pensieri e delle nostre azioni con il vangelo e con i sacramenti, affinché essi ci portino a vivere nella lealtà e nella sincerità. Dobbiamo rendere testimonianza di questo credo, diventando parte attiva della chiesa. Ci impegnamo a fare in modo che la chiesa diventi per noi comunità d’incontro col Signore, di condivisione e crescita nella fede. Per questo la comunità del clan deve creare momenti di preghiera e riflessione personale.
1990 – 1995 Le grandi imprese: da Santiago a Catremerio
Per il Clan “Brasca Noel” è un periodo di grandi imprese continua
1991 – 1995 Il reparto BG 6° Tatanca
A fronte del costante aumento di iscritti il gruppo Bergamo 6° decide di aprire un nuovo reparto, con sede presso l’oratorio della Ramera (Ponteranica) continua
TRATTO DAL LIBRETTO STILATO IN OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE DELLA RAMERA (REPARTO TATANCA)
GLI SCOUT DEL REPARTO TATANCA BG 6°
…VI PRESENTANO…
… LA LORO STORIA…
A differenza di molti gruppi scout, il nostro reparto non ha origini antiche ma è nato da pochi anni. Nel 1991 infatti, la nostra sede si trovava all’oratorio di San Colombano ed il nostro nome era “JAMBO”, ma a causa dell’elevato numero di componenti ci siamo dovuti dividere, e così si è formato il REPARTO TATANCA.
Ma subito abbaiamo dovuto affrontare un problema: trovare una nuova sede dove poter svolgere le nostre attività. E’ iniziata quindi la ricerca negli oratori e negli spazi comunali vicini.
Nei primi quattro anni siamo rimasti a San Colombano sfruttando la sede del reparto Jambo e le aule di catechismo. In seguito abbiamo trovato una momentanea sistemazione al centro sociale di via Biava insieme però ad altri gruppi con cui condividevamo lo spazio offerto dal comune.
E finalmente dopo 5 anni di attesa ci è stata gentilmente data una sede qui all’oratorio della Ramera. Così durante quest’anno ci siamo impegnati a sistemarla dando del nostro meglio per ottenere un buon risultato.
Ma ora vi chiederete cosa significa il nome “TATANCA”. Ebbene, questa parola è di origine indiana e vuole dire bisonte. Alla fine dei nostri incontri forse, ci avrete sentito urlare qualcosa di strano. Ma non è così!
Ciò che è giunto sino alle vostre orecchie era semplicemente il nostro urlo di reparto: TATANCA OKA HEY !!
Un grido che gli indiani facevano prima di andare a caccia.
…LE LORO ATTIVITA’…
Ci incontriamo per le riunioni una volta alla settimana in un giorno feriale e per le uscite domenicali due o tre volte al mese.
Svolgiamo diverse attività che comprendono camminate in montagna, giochi al chiusa e all’aperto, canti e discussioni.
Quest’anno ci siamo dedicati in particolare alla ristrutturazione della nostra nuova sede. Abbiamo costruito i tavoli e le panche, pitturato le pareti, perlinato il soffitto e confezionato le tende… insomma, abbiamo reso la sede bella e confortevole.
D’estate inoltre facciamo un campo di circa 9 giorni, durante il quale condividiamo delle fantastiche esperienze e altri campi di due o tre giorni si svolgono nelle vacanze di natale e di pasqua.
Il nostro reparto è formato da quattro squadriglie, due maschili e due femminili. Queste sono composte da 6 o 7 persone ed hanno nomi di animali. Ci sono infatti le squadriglie lupi, cobra, koala e volpi e in ognuna di queste sono presenti un capo ed un vice che hanno il compito di aiutare i più piccoli. Ci sono poi due capi e tre aiuto-capi che organizzano e dirigono le attività del reparto.
…LE LORO CANZONI…
La canzone del REPARTO
Quando tramonta il sole
E discende la notte,
escono dalle tane
a caccia i lupi a frotte
e par che ti salutano, sei dulla giusta traccia,
prosegui il tuo cammino
sorella, buona caccia!
Là nelle fonde grotte,
piccolo ma capace,
il cobra silenzioso
difende la sua pace
e anch’esso ti saluta
sei sulla giusta traccia
prosegui il tuo cammino
fratello, buona caccia!
E là nella savana,
lo vedi da lontano,
il piccolo koala
che veglia indisturbato
e anch’esso ti saluta
sei sulla giusta traccia
prosegui il tuo cammino
sorella, buona caccia!
Ed il reparto intero,
prosegue il suo sentiero
a tutti buona caccia,
a tutti buon cammino
e anch’esso ti saluta
sei sulla giusta traccia
prosegui il tuo cammino
reparto, buona caccia!
1995 – 1999 Viene stesa una nuova Carta di Clan
Questa è la nostra carta di Clan, nella quale abbiamo raccolto i valori in cui crediamo e che cerchiamo di concretizzare ogni giorno, sia all’interno che all’esterno della comunità. Con la firma ci impegnamo a confrontarci continuamente con essa così da verificare anche materialmente l’evolversi del nostro cammino. continua
Aprile 1996 – Settimana di convivenza – Casa Padre Monti (Città Alta)
La vita quotidiana di ognuno di noi si fonda sulla fede nel Dio fatto uomo in Cristo, morto e risorto. Crediamo nel dono della fede, assunto consapevolmente e principio di un gioioso cammino nonostante le continue incertezze, in risposta alla provocazione di Dio per noi rappresentata da Gesù Cristo. Ci impegnamo a perseguire quotidianamente la verità cristiana: a livello personale con la preghiera e un adeguato accostamento ai sacramenti e ai testi sacri, a livello comunitario con costruttivi dibattiti finalizzati al confronto e alla condivisione delle esperienze personali. Vogliamo essere persone coerenti capaci di testimoniare la nostra fede con discrezione e fermezza.
Noi rovere e scolte, formiamo la comunità del Clan. Il senso del nostro stare insieme non è da ritrovarsi solo nella condivisione dei valori e ideali, scritti in questa carta, condizione necessaria per l’appartenenza del singolo alla comunità, alla base della nostra volontà di stare insieme è la consapevolezza dell’importanza della coeducazione per il proprio cammino di crescita personale. Attraverso il dibattito e il confronto con gli altri abbiamo la possibilità di scoprire noi stessi, di metterci in discussione e migliorare. Scopo della comunità non è l’appiattimento delle differenze, ma la valorizzazione delle peculiarità di ogni singolo membro. Siamo consapevoli che essa si crea a partire dalla volontà di ciascuno, ci impegnamo quindi personalmente nella sua costruzione giorno per giorno. In primo luogo ci sforziamo a superare i pregiudizi che ostacolano lo sviluppo di rapporti spontanei. Vogliamo essere disponibili ad aiutarci a vicenda, ad ascoltare con umiltà gli altri e a parlare con franchezza e sincerità. Basiamo i nostri rapporti interpersonali sul rispetto totale dell’altro e sulla fiducia che riconfermiamo ogni giorno. La comunità che costruiamo è essa stessa garante di questo nostro impegno, della nostra firma e del cammino personale per diventare uomini e donne della partenza.
Noi, rovere e scolte, ci rapportiamo alla società attraverso il servizio,che accettiamo con spirito di libertà e in cui riconosciamo uno dei punti cardine del nostro essere scout.Reputiamo che il servizio debba essere vissuto in un atteggiamento di profondo impegno, umiltà e sacrificio. In esso riconosciamo i valori della nostra fede. La figura di Cristo ci dà esempio di dono gratuito di se stessi agli altri, gratuità che consiste nel superamento del nostro egoismo e nello sviluppo dell’amore per il prossimo. Il servizio deve essere vissuto con coerenza e continuità perché diventi uno stile di vita, per noi è quindi una necessità spunto di auto educazione e di ricerca di se stessi attraverso gli altri. In esso riconosciamo la ricchezza interiore che porta a domandarci non più “cosa mi può dare la vita”, ma “cosa posso dare io nella vita”. Con questo spirito ci impegnamo di fronte alla comunità a svolgere il servizio associativo ed il servizio extra-associativo, esperienze che contribuiranno a formare una scelta più consapevole e radicale in questa direzione. Il servizio extra-assocoiativo, in particolare, deve essere legato alle vere necessità dell’ambiente in cui il clan vive ed è valido solo se inserito in una attività continuativa, seria ed organizzata.
Fare strada significa avere una precisa concezione della vita e del mondo, preparando lo zaino mi assalgono sensazioni contrastanti: un richiamo irresistibile, qualcuno o qualcosa mi invita a spolverare i miei scarponi e a mettermi in cammino, d’altra parte paure e incertezze mi colgono. Parto, decido di evadere dalla solita quotidianità e subito mi accorgo che la strada è gioia, dolore, avventura, incertezza, comunità, fatica e sacrificio condivisi con gli altri, ma soprattutto la strada è fede. Bisogna conoscere la carta geografica e saperla leggere: bisogna conoscere la “carta” di se stessi, saperla leggere e decifrare il progetto che Dio ha su di noi orientandoci e aiutandoci con la sua parola (la bussola). Il nostro modo di fare strada è caratterizzato dall’essenzialità e, concretamente, dalla capacità di cogliere la sostanza dell’esperienza (nello zaino non si possono mettere troppe cose). La strada è un momento d auto educazione, di crescita personale e di continua ricerca, in quanto ci permette di misurare i nostri limiti, di vincere le nostre debolezze e di raggiungere gli obiettivi che ci poniamo.
Lo stile scout, radicato nel nostro essere, si manifesta in comportamenti e atteggiamenti quali la divisa e le tradizioni. Tutti i valori contenuti in questa carta e in particolare essenzialità e semplicità, su cui vogliamo basare la nostra vita, onestà e chiarezza, su cui fondiamo il rapporto con gli altri, contribuiscono a formare questo nostro stile.
Riteniamo importante vivere in armonia, testimoniando i valori scout nella nostra famiglia. Essa è un dono di Dio, che accogliamo con tutti i suoi pregi e difetti cercando di valorizzarla e farla crescere nell’amore e nel dialogo. Ci impegnamo ad essere parte attiva e costruttiva della nostra famigli, perché il suo buon andamento non dipende solo dai nostri genitori. Il nostro ruolo di figli deve essere vissuto in modo via via più responsabile, partecipativo e consapevole della vita familiare. In particolare noi vogliamo sforzarci di capire le esigenze e le difficoltà dei genitori e aiutarli a comprendere le nostre, così da crescere reciprocamente nel rispetto e in un ambiente sereno.
La scuola è parte integrante della nostra formazione culturale e luogo di crescita personale, ci rendiamo conto del valore del tempo e del denaro, pertanto ci impegnamo a sfruttare a pieno questa opportunità.
Non ci vogliamo rassegnare di fronte alle ingiustizie e non possiamo relegare agli altri la lotta per un mondo migliore: diventa quindi fondamentale maturare una scelta politica rapportandosi alla società mediante un’informazione critica volta ad individuare i problemi ed i bisogni emergenti. La coscienza politica di ciascuno di noi dovrebbe concretizzarsi poi in una scelta partitica coerente con i valori proposti dalla carta di Clan, e rispettosa delle scelte dei singoli, sfruttando e stimolando le occasioni di dibattito e di confronto.
Siamo consapevoli dell’esistenza della nostra vocazione, intesa come progetto di Dio su di noi, ci impegnamo ad ascoltare questa chiamata per poter operare coerentemente e individualmente una scelta di vita che la concretizzi. Tra le tante possibilità, il cammino scout propone la partenza. Prendere la partenza significa allontanarsi dal Clan e scegliere di “giocare la propria vita” secondo i valori della carta, assumendo il servizio come stile di vita alla luce della testimonianza di Gesù Cristo.
1999 – 2001 Grandi viaggi, vittorie e lavoro
Per il Clan Brasca Noel sono anni pieni di nuove sfide e nuove idee. Si gareggia e si vince, si apre la strada alle prime esperienze all’estero (kosovo 2001), si manifesta per la Pace. continua
Gara di CANTO – Maggio 1999
Vincitori classifica generale e miglior prima canzone
Campo Invernale – Adrara San Martino – Dicembre 1999
Gioco di Carnevale – Marzo 2000
Gara di Canto – Maggio 2000
Vincitori classifica generale e miglior seconda canzone (tema: I lussuriosi dell’Inferno Dantesco)
Torneo di Roverino – Zingonia – Giugno 2000
Primi classificati
Campo Estivo – 12,23 Agosto 2000 – Santiago de Compostela
Campo di Pasqua – Sant’Antimo – Aprile 2000
Gara di CANTO – Maggio 2001
Vincitori classifica generale e miglior prima canzone
Campo Estivo – Kosovo – 2001
Marcia per la Pace – Perugia / Assisi – 2001
2001 – 2011 Si ritorna a lavorare insieme
A fine anni ’90 clan e comunità capi dei gruppi 3° e 6° ritornano a lavorare insieme, per poi ricongiungersi ufficialmente nel 2002 con una giornata in cui fu scelto un nuovo foulard, l’attuale foulard grigio con nastro rosso. I colori richiamano il motto del clan “Brasca Noel” (sota la sender brasca, sotto la cenere arde la brace) e sottolineano con il rosso il cuore pulsante di un gruppo cittadino, appunto, immerso nel grigio della città.continua
Nel 2007 il gruppo Bergamo 3° festeggia il centenario dello scoutismo con una importante cerimonia in Maresana, uno dei luoghi simbolo per il gruppo.
Verso la fine degli anni 2000 è il gruppo Pedrengo 1° a trovarsi in difficoltà, affiancandosi dapprima al gruppo Torre Boldone e poi nel 2009 al gruppo Bergamo 3° con l’ultima unità rimanente, il branco “Le Colline”. Da questa esperienza il BG3 scopre e solidifica la sua vocazione all’ “accoglienza” tant’è che oggi non sono pochi i capi ed i ragazzi del gruppo che hanno potuto continuare lo scoutismo grazie a quelle scelte.
2011 – 2021 I reparti paralleli
Nel 2012 dopo un periodo di confronto, approfondimento e sperimentazioni, la Comunità Capi del bergamo 3° sceglie di modificare l’approcio educativo della branca EG, ovvero l’età dei 12-15 anni, trasformando i suoi due reparti misti (maschile e femminile) Aldebaran e Anteros in due nuovi reparti paralleli: il reparto femminile Adhara ed il reparto maschile Sirio.
Ovviamente i due reparti vivranno ancora molti momenti in comune ma questa scelta rafforzerà l’autonomia e l’incisività di una proposta educativa che si ritiene utile rendere più vicina alle diverse esigenze di ragazzi e ragazze.